Una ragazza quindicenne che sentisse il primo bisogno, l’impulso, di laccarsi le unghie del piede, accentuandone le forme; lo farebbe per il suo ragazzo o, addirittura, per gli uomini in generale? Ho i miei dubbi. La vedo invece spinta come da un misterioso ma infallibile istinto.
«Et mentem Venere ipsa dedit» – «E venere stessa le ha ispirate»
E non mi saprei spiegare altrimenti quel suo gesto di piegare il piede – in una lieve tensione –, come il più nobile dei piedi scolpito nel marmo di una statua antica Romana; sennonché subconsciamente motivato da tale istinto (più limpido e trasparente ancora in età giovanile, prima di scrostarsi in ritegno convenzionale od essere sostituito dall’istinto materno). Il pallido vestigio di un tempo remoto che nient’altro fosse che il mettere in mostra la sua prontezza ad apprendere il suo ruolo nel mondo: quello di nostro modello, ovvero di un simbolo della bellezza.
In lei una strana sorta di contento affluisce, si diffonde. Forse non se ne accorge di che materia fosse, né si sente superiore come persona, ma ne è orgogliosa.1
[-> Maupassant citazione, capitolo finale «La bellezza inutile»]
Lì dove l’osso del piede, prima che cominci il dito maggiore, esce leggermente all’infuori, descrive una piega nobile per riunirsi in cinque raggi regolari cui fini formano un’obliquo distinto.2 La tensione che una donna sa dare al suo corpo, fuor’ alzandone leggermente il dito maggiore da questa trepida bilancia, è mai casuale ma ben intenzionata.
Tutte le mie osservazioni nel campo della bellezza mi inducono a dire: la forma in sé è di assai poco valore; o meglio dire: essa fallirebbe nel suo atto di essere bella senza che desse un accenno alla direzione cui si è in atto di versarsi. Sia una roccia spinta fuori dalla terra mille anni fà, sia la sublime piega di un piede femminile fra un batter d’occhio: racchiudono entrambe un movimento.
Perciò il gesto fosse un’atto così nobile, caro a noi, perché simbolico: il suo unico scopo (cosciente o subcosciente) è punto – usando un movimento – il «creare», cioè il dare risalto ad una forma.
1 – Forse aveva già passata quel periodo piuttosto doloroso nella vita di una fanciulla crescente, in cui si accorge dell’accrescersi del vigore in suo fratello poco maggiore, che la supera, non avendo all’ora ancora (come del resto questo scopo rimarrà altrettanto oscuro al fratellino) la coscienza della sua forza, non sa ancora che, avanti negli anni, tutto questo vigore e le capacità nel maschio non serviranno ad altro fine che per convincerla ad amarlo.
2 – Come del resto è molto improbabile trovare una linea più elegante di quella quasi rettilinea che si forma da quella sopra la gamba, prolungata dal dorso del piede piegato e coronata alla fine da un alluce leggermente alzato.