Ebbi modo di studiare la bellezza del suo volto, tutto composto da archi; di tale forma di cerchio perfetto, erano sia l’insenatura della capigliatura sulla fronte giovanilmente arrotondata, sia le sue sopracciglia ornamentali. Come si osserva attraverso le arcate di una galleria a colonne il lato opposto di un chiostro soleggiato cui immagine ci si offre tramite dei quadri interrotti, ripetitivi, e che solo alla fine, dopo averne guardati tutti, ci rivelano una sua prospettiva più ampia e conclusiva.1
E come quando si cammina per quelle gallerie più oscure ancora dal forte contrasto della luce del sole, sulle loro vie ombreggiate: osservando una bellezza si rimane perfettamente soli.
Dico una bellezza perché ce ne sono davvero tante diverse. Se da principio nella nostra immaginazione può sembrarci una grande massa uniforme, ignota; è infatti il nostro desiderio a non farla differenziare; come non lo fa tra delle gambe, calzate di nero, di una ragazzetta, strepitosa nel suo slancio dal passo giovanile; o quelle d’un’altra, che stava in piedi, messele incrociate, obliquamente, mostrandoci come casuale in delle calze bianche di lana,– più adatte forse a quelle d’una bambina –, all’altezza del ginocchio quel rilievo delizioso, così caro e noto a noi2; o il seno vibrante di una donna di mezza età: sono in vero tanti parti di bellezze variate. Per riconoscerle nel loro vero senso, in cui vanno lette, le si deve approfondire. E, nel momento quando lo stiamo per farlo, ci potranno apparire ancora una volta come quella massa, sembrarci universali le leggi delle sue parti (finché ve ne saremo ancora coinvolti), solamente messe insieme in modo particolare:
Soltanto alla fine, dopo tanto tempo che saremo usciti dal loro turbinio, ci renderemo conto che ognuna è di un carattere totalmente diverso, ognuna a modo suo unica.
Già: anche nei disegni dei caratteri, osservandoli dopo un lungo tempo stampati sulla carta, riuscissimo pure d’un tratto, con sicurezza sbalorditiva, vedere i loro difetti: ma tornando ad essi, ineluttabilmente dovremmo renderci conto di non riuscirci più ad entrare nella loro struttura vera (appunto perché individuale, irripetibile); ne rimarremmo in qualche modo fuori, ammirati davanti alla loro elaborazione,– fuorché quelle lacune, perfetta –; e non resterebbe altro che chiederci in che modo, là, vi fossimo arrivati. E in quelle lacune, forse, stavamo noi stessi, come su un banco di sabbia in una caverna riempiendosi d’acqua. Eccola la risposta a come noi3 siamo riusciti sopravviverci!
1 – [‘Und so konnten wir die Schönheit ihres Gesichtes studieren, das ganz aus Bögen bestand (einen perfekten Kreis beschrieb der Ansatz ihres Haars über der jugendlich gerundeten Stirn, so wie auch die ornamentalen Augenbrauen), konnten ihren Zauber aufnehmen, in der Art wie wir ein Modigliani-Portrait betrachten, dessen Gesichtshälften sich aus, aus dem Unbekannten herannahenden, Kreisen zusammenfügten, oder wie sich uns in dem Säulengang eines Klosters die gegenüberliegende, sonnenbeleuchtete Seite des Hofes in unterbrochenen, sich zu wiederholen scheinenden Bildern, offenbart, deren ganze Perspektive wir erst zum Schluss erkennen, nachdem wir sie alle betrachtet haben.
Und so wie wir es waren, als wir, verborgen, den beschatteten Gang entlang gingen, ist es, wenn wir die Schönheit beobachten: wir sind allein.’]
2 – Che non è simile in nessun altro animale, che lascia la piccola ruota [‘rotea’] ossea quando non vi sporge, cioè la gamba non è inclinata: quella apparentemente irregolare* rientranza del tessuto, causata dai muscoli minuti che si ritirano all’interno, intorno ad essa, che però nella femmina è fornita di abbastanza carne per non far spiccare un’aspra rigidità; sa evocare come in miniatura certi paesaggi irlandesi: tenere colline e avvallamenti, su cui la luce del sole strofina, essendo il suo tappeto rappacificante e maestoso, a intervalli brevi, traforato dalle ombre di piccole nuvole, che accorrono a gran velocità ad accarezzarne la superficie.
[*Il perché alcuni dicono sia affatto una parte brutta della gamba femminile – invece è una delle più belle!]
3 – Ovvero: il nostro impulso creativo.